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Love bombing: violenza psicologica, truffa amorosa o altri reati?

(A cura dell’Avv. Stefania Crespi)

Il Love Bombing è una tecnica utilizzata per manipolare emotivamente le persone. Il termine “Love Bombing” è stato utilizzato dalla psicologa Margaret Singer nel 1995 per indicare “un modello di comportamento usato da sette religiose, istituzioni, professionisti o semplici persone al fine di operare plagio, condizionamento e manipolazione”.

Ed infatti viene generalmente impiegata dal cd “Narcisista” per esercitare il suo controllo, ma anche da sette e gruppi religiosi per circuire nuovi adepti.

Al fine di valutare se il love bombing possa integrare reato, occorre prendere in considerazione le condotte che generalmente vengono poste in essere.

Il love bomber inizialmente pone in essere una serrata e continua seduzione, “bombardando” la vittima con attenzioni, lodi, regali, complimenti, false promesse di futura vita insieme, per conquistare la sua fiducia, farla sentire unica, ottenere la sua amicizia, il suo affetto ed infine il suo amore.

L’amore che il love bomber mostra è, invece, illusorio e rivolto a creare una sorta di plagio psico-emotivo: non ha mai provato realmente alcun interesse, né ha mai voluto una relazione affettiva.

Questo processo è molto rapido, perché l’agente sa di non poter mentire a lungo, perché potrebbe essere smascherato. 

Quando la vittima è stata “agganciata” emotivamente ed è sostanzialmente “in trappola”, passa ad una fase successiva: usa il benching, ossia la “lascia in panchina”, prendendo tempo, diventando meno disponibile, distante, freddo; manda soltanto qualche messaggio oppure mette dei like sui social.

Può persino sparire, attraverso il cd “ghosting”, per poi riavvicinarsi, promettendo di cambiare e, invece, peggiora: vuole avere sempre ragione; manifesta rabbia; se contraddetto minaccia fino a far desistere la vittima; in alcune circostanze la insulta.

Pare, pertanto, che il love bomber cerchi di realizzare una manipolazione che sfocia in una violenza psicologica. Ma la manipolazione psicologica può integrare un reato?

In passato la sottomissione al volere di una persona in modo da ridurla in totale stato di soggezione, configurava uno specifico reato, il plagio, previsto dall’articolo 603 c.p., poi dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 96/81.

Attualmente, quando la volontà della vittima viene annientata trovandosi costretta a fare, tollerare od omettere qualche cosa, si pone in essere il reato di violenza privata. E’ tuttavia necessario che l’agente utilizzi violenza fisica o minacci, ossia prospetti esplicitamente o implicitamente un male ingiusto, incutendo timore.

Occorre sottolineare come il love bomber possa commettere anche altri reati. Ad esempio egli diffama la vittima, offendendola davanti ad amici, parenti e conoscenti.

Quando la persona offesa ha il coraggio e la forza di staccarsi dal love bomber, quest’ultimo può realizzare condotte di stalking: pedinamenti, molestie (anche a parenti ed amici) attraverso molteplici telefonate, mail o messaggi.

Se, invece, non riesce ad allontanarsi, la vittima si rassegna ad una cieca sottomissione al love bomber che pretenderà sempre di più, soggiogandola psicologicamente.

Spesso la condotta del love bomber non è mossa dal desiderio di creare una coercizione psicologica, ma è rivolta alla realizzazione di un profitto: in questi casi si potrebbe configurare il reato di truffa (definita amorosa o romantica, in inglese “Romance Scam” o “Love Scam”).

Il truffatore adesca la sua vittima generalmente online ed inizia il corteggiamento con il “love bombing” per entrare in intimità con la stessa e questa fase dura di solito settimane o mesi.

Una volta conquistata la fiducia della persona offesa, anche con promesse di matrimonio, inizia a chiedere regali, come profumi o cellulari; poi richiede piccole somme di denaro, che diventano sempre più consistenti, adducendo varie motivazioni, come necessità finanziarie, ingiusta detenzione in carcere, gravi malattie che richiedono cure o costosi interventi chirurgici oppure afferma di essere stato derubato o di aver avuto un incidente. Con l’ottenimento del profitto, interrompe la frode e chiude chiaramente la relazione.

La Cassazione ha ritenuto integrato il reato di truffa nel caso di un uomo che, dopo aver instaurato una relazione con una donna più grande di lui, le proponeva l’acquisto in comproprietà di un immobile, richiedendole prestiti a fronte della cointestazione di alcune quote societarie: la Corte ha sottolineato “la illiceità di comportamenti che sfruttando la situazione di debolezza della vittima, nella specie coinvolta in una relazione sentimentale, hanno dato luogo a falsi motivi, determinanti la scelta patrimoniale del disponente”. Infatti non vi era solo la falsità del sentimento, ma altri elementi (il proposto progetto di vita in comune e l’investimento societario) rivolti ad ottenere l’indebito profitto, che avevano creato una situazione di debolezza della vittima, tale per cui era caduta in errore (sent. n. 25165/19).

Riprendendo questi principi il Tribunale di Catania (sent. n. 3562/21) ha sostenuto che la manifestazione menzognera circa i sentimenti, apparentemente provati per la vittima, opera sulla sua psiche, ingannandola ed inducendola a compiere atti di disposizione patrimoniale. 

Il fenomeno sta destando da tempo preoccupazione non solo in Italia, ma anche a livello mondiale: l’FBI ha invero istituito apposite unità anticrimine per il perseguimento di tali reati.

In Italia Roberto Cazzaniga, pallavolista milanese ex Nazionale, ha creduto di essere amato da una modella di nome Maya per 13 anni; in tutto questo tempo non si sono mai visti, ma solamente incontrati online.

La donna – che utilizzava le foto di una modella brasiliana di Victoria’s Secret con 10 milioni di follower sui social – ha richiesto (ed ottenuto) per cure sanitarie dovute a gravi problemi di salute l’invio di circa 700mila euro.

Grazie all’aiuto ricevuto da un amico, che ha domandato l’intervento delle Iene, ha presentato denuncia e ora la donna risulta indagata per truffa in un procedimento penale presso la Procura di Monza.

Recentemente un ultraquarantenne di Cotignola è stato rinviato a giudizio davanti al Tribunale di Ravenna poiché, tra la primavera del 2016 e quella del 2019, ha sedotto una donna proponendo comuni progetti di vita futura, inducendola in errore, al fine di trarre un vantaggio economico, per un ammontare di 90mila euro.

E’ di pochi giorni fa la notizia di un’altra vittima di truffa romantica. Un imprenditore veneto di 64 anni aveva conosciuto una donna via chat che, dopo averlo corteggiato (con la tecnica del love bombing), gli ha richiesto una grossa somma di denaro per poter  pagare alcune spese legali e la cauzione, poiché era stata arrestata. L’uomo non ha pagato, ma è partito per la Costa d’Avorio per raggiungerla. Una volta giunto all’aeroporto di Abidjan, è stato sequestrato da un gruppo di banditi. Fortunatamente è stato liberato dopo due giorni grazie all’intervento delle Forze dell’Ordine ivoriane, coordinate con quelle italiane.

Il fenomeno delle truffe romantiche è molto più diffuso rispetto a quanto si pensi e sebbene appaia assurdo, accade molto spesso, sia a danno di donne, che di uomini. Occorre denunciare tali reati, affinché i colpevoli non commettano nuove truffe ai danni di ignare vittime.

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