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bilancio familiare

La gestione degli aspetti economici in Mediazione Familiare

(A cura della Dott.ssa Giulia Meneghelli)

Oggi sempre più spesso la regolamentazione degli aspetti economici è causa di ulteriore conflitto all’interno di quelle coppie il cui equilibro è già compromesso.

Per questo motivo, sia in assenza che in presenza della figura di legali accanto alla coppia, Il Mediatore si trova a dover gestire conflittualità legate ad aspetti economici e patrimoniali, la cui rilevanza può pregiudicare il raggiungimento di accordi positivi per il nucleo familiare.

La Mediazione familiare, quale procedimento per affrontare la conflittualità, dà potere decisionale ai clienti, offrendo loro la capacità e il metodo per stabilire che cosa sia giusto per la propria famiglia.

Per tale motivo, e solo nel caso in cui sia la stessa coppia a richiederlo, è possibile destinare due o più sedute, secondo la necessità, alla preparazione sia del bilancio familiare sia della distribuzione delle entrate sulle uscite, nonché alla divisione dei beni comuni, il tutto in un’ottica di apertura totale e reciproca all’interno della coppia.

Ma andiamo con ordine. Il Mediatore familiare, prima di affrontare la seduta, avrà preventivamente consegnato determinati moduli da compilare ai mediandi, affinché gli stessi si presentino all’incontro già preparati e con i dati in mano. Nello specifico, si tratta del modulo delle entrate economiche e il modulo sul bilancio, con la distinzione tra spese fisse (costanti ogni mese) e variabili (modificabili dalla coppia). Vengono altresì richieste alle parti le copie delle dichiarazioni dei redditi relative agli ultimi tre anni per poi effettuare una verifica sulle informazioni raccolte.

Come controllore dell’equità nel processo di Mediazione, il Mediatore deve insistere sull’importanza a che entrambi i mediandi siano in possesso di tutti i dati e le informazioni necessarie, tramite appunto la compilazione dei suddetti moduli, affinché siano in grado di prendere decisioni razionali e ponderate.

Una volta ricevuti i moduli, il Mediatore metterà in atto, uno di seguito all’altro, i seguenti passaggi:

  1. Raccoglie i dati dalla coppia
  2. Verifica questi dati con la coppia
  3. Mostra questi dati alla coppia
  4. Condivide questi dati con la coppia

Tali passaggi sono finalizzati alla creazione di un processo di sviluppo nella relazione interpersonale delle parti. In altre parole, tramite la raccolta e la verifica delle informazioni ricevute, il professionista è in grado di determinare una “banca dati” comune che lo stesso Mediatore mostra ai diretti interessati, riportando nero su bianco quanto recepito, tramite la stesura a mano di uno schema ben preciso. Tutto questo nell’ottica di condividere, nonché far acquisire alle parti contezza della situazione economica attuale e conseguente percezione dell’eventuale gap tra ciò che già si ha e ciò che invece occorre per far quadrare il bilancio. In questo modo la coppia viene proiettata nel futuro e stimolata a mettere in atto la capacità di problem solving, prospettandosi le alternative di ridurre le spese ovvero aumentare le entrate ovvero liquidare i beni e le proprietà.

Una volta fatta chiarezza su tali dati, il Mediatore si concentra sui conflitti relativi al mantenimento dei figli, affinché siano coperte le di loro esigenze economiche (ex art. 337ter, quarto comma, c.c. “Salvo accordi diversi liberamente sottoscritti dalle parti, ciascuno dei genitori provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito; il giudice stabilisce, ove necessario, la corresponsione di un assegno periodico al fine di realizzare il principio di proporzionalità, da determinare considerando: 1) le attuali esigenze del figlio. 2) il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori. 3) i tempi di permanenza presso ciascun genitore. 4) le risorse economiche di entrambi i genitori. 5) la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore. L’assegno è automaticamente adeguato agli indici ISTAT in difetto di altro parametro indicato dalle parti o dal giudice. Ove le informazioni di carattere economico fornite dai genitori non risultino sufficientemente documentate, il giudice dispone un accertamento della polizia tributaria sui redditi e sui beni oggetto della contestazione, anche se intestati a soggetti diversi”).

Come già anticipato, un’ulteriore seduta di Mediazione familiare viene destinata, invece, alla divisione dei beni e delle proprietà comuni, su cui influisce la scelta operata dalla coppia all’atto del matrimonio di comunione ovvero separazione dei beni.

In tale fase, le operazioni perseguite dal Mediatore, a fronte della compilazione del rispettivo modulo per la stima del capitale, sono:

  1. Identificazione dei beni
  2. Determinazione dei beni
  3. Valutazione dei beni
  4. Divisione dei beni

Anche in questo caso il professionista riproduce a mano una tabella contenente l’elenco dei beni/debiti e, a fronte di specifiche domande poste alla coppia, integra il tutto con la descrizione circa il valore e la determinazione degli stessi.

Così facendo, i mediandi riescono, ancora una volta, ad avere un quadro d’insieme circa i singoli beni e il relativo valore, nonché a stabilire un criterio per la suddivisione.

Per concludere, tali aspetti economici e patrimoniali inducono inevitabilmente la coppia a rivangare nel passato, creando occasioni per polemizzare in maniera reciproca.

Occorre però evidenziare che il ruolo del Mediatore resta sempre quello di mantenere la coppia nel “qui ed ora”, attribuendo alla discussione una centratura sul futuro.

“La vita può essere capita solo all’indietro,

ma va vissuta in avanti”

                                         (S. Kierkegaard)

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