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La Mediazione Familiare: un’opportunità per gestire il conflitto della coppia

(A cura della Dottoressa Giulia Meneghelli)

Nata negli Stati Uniti intorno agli anni ’70 per opera dell’Avvocato e Psicologo James Coogler, la Mediazione familiare, nella sua applicazione ai conflitti legati alla separazione personale dei coniugi, può essere vista come un’occasione per la coppia per ricominciare a comunicare tra loro in modo funzionale alla gestione della crisi. Seguendo un percorso strutturato con l’aiuto del Mediatore, viene data l’opportunità alle parti di cercare una soluzione ai propri contrasti, tenendo conto delle esigenze di entrambi: la Mediazione serve a riequilibrare il potere affinché lo scambio sia alla pari.

Ma cos’è concretamente la Mediazione familiare? Essa consiste in un setting di più incontri, realizzati con finalità e metodi specifici, che accompagnano i diversi momenti del processo di crisi della separazione coniugale: i genitori, separati o in via di separazione, rivolgendosi al Mediatore, si pongono l’obiettivo di raggiungere un accordo in grado di soddisfare i propri bisogni reciproci e soprattutto in relazione ai figli, recuperando una relazione interpersonale perduta e mantenendo integra la loro responsabilità genitoriale. Le tematiche affrontate durante un percorso di Mediazione familiare, oggetto poi di un eventuale accordo, sono attinenti innanzitutto agli aspetti relazionali, come la condivisione della genitorialità, con la riorganizzazione della vita quotidiana e dei turni di cura dei figli, la continuità dei rapporti con le famiglie d’origine, nonché le relazioni e ruoli di eventuali nuovi partner con i figli medesimi. Altre questioni esaminate riguardano invece la sfera economica e patrimoniale, in particolare la suddivisione dei beni e il mantenimento dei figli.

E che ruolo ha il Mediatore familiare? Il Mediatore è un professionista che mette in pratica tecniche e competenze specifiche per accompagnare la coppia in un percorso di apertura verso il “riconoscimento dell’altro”. Il Mediatore è colui che, senza esprimere giudizi o opinioni, ascolta ciò che le parti hanno da esprimere, indirizzandoli a rispondere alla domanda “e tu che cosa vuoi?”.

L’azione del Mediatore si concretizza nell’invitare i genitori al tavolo della discussione, facendo rispettare la continuità dello scambio comunicativo, aiutandoli a formulare proposte di soluzione e valorizzando i risultati positivi e costruttivi ottenuti.

Ovviamente la figura del Mediatore ruota intorno a determinati principi:

  • Neutralità: il Mediatore deve essere neutrale, ma non indifferentein relazione ai contenuti delle trattative delle parti nel rispetto delle normative vigenti;
  • Imparzialità: il Mediatore non deve prendere le parti di uno dei due genitori;
  • Riservatezza: tutto ciò che accade nelle diverse fasi del processo, dalle dichiarazioni rese alle informazioni acquisite, non può fuoriuscire dai confini della Mediazione.

Come si inquadra la professionalità del Mediatore familiare? Quella del Mediatore familiare è una professione che rientra nell’ambito delle prerogative di cui alla L. 4/2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”, dove per “professione non organizzata in ordini e collegi” si intende “l’attività economica, anche organizzata, volta alla prestazione di servizi o di opere a  favore  di  terzi,  esercitata  abitualmente  e prevalentemente mediante lavoro  intellettuale,  o  comunque  con  il concorso di questo, con  esclusione  delle  attività riservate  per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi  dell’art.  2229 del codice civile, delle professioni sanitarie e delle attività e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati da specifiche normative” (art. 1, comma 2 L. 4/2013).

In conformità all’art. 6, comma 2 della suddetta Legge (“La qualificazione della prestazione professionale si basa sulla conformità della medesima a norme tecniche… di seguito denominate «normativa tecnica UNI»…”), nel 2016 si è addivenuti alla Norma Tecnica UNI 11644, la quale si prefigge lo scopo di definire i requisiti relativi all’attività professionale del Mediatore familiare in termini di conoscenza, abilità e competenza, conformemente al Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF).

Su questi tre fattori portanti si incardina tutto il percorso di Mediazione familiare, dal primo incontro con i mediandi alla stesura dell’eventuale accordo raggiunto.

Se nell’aula di Tribunale prevale la logica del “vinco io-perdi tu”, dal percorso di Mediazione familiare entrambe le parti possono auspicare di uscirne vincitrici. Il Mediatore, infatti, consente loro di sperimentarsi in nuove modalità di confronto più utili e costruttive, rendendo realistica la possibilità di trovare soluzioni alla situazione conflittuale per una gestione il più ottimale possibile delle vicende fondanti la propria vita familiare e personale.

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