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“Il futuro che vorrei” è il nuovo progetto con cui il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza affronta la crisi dei giovani

(A cura della Dott.ssa Giulia Meneghelli)

Guardare avanti e cercare nuove prospettive, partendo da chi concretamente rappresenta il futuro: gli adulti di domani, che oggi sono bambini e adolescenti in crisi profonda. È questo il primo obiettivo del nuovo progetto promosso dall’Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (AGIA). Avviato solo pochi giorni fa, il 16 gennaio, “Il futuro che vorrei” si concluderà a fine febbraio.
Si tratta di un’iniziativa volta a raccogliere il punto di vista dei ragazzi su aspettative e proposte rispetto al futuro che li attende, in un momento particolarmente delicato come il post-pandemia, in cui gli indicatori del disagio giovanile sono schizzati e in cui gli specialisti parlano di un forte scollamento rispetto al futuro. Gli effetti destabilizzanti di questi anni segnati dal Covid si fanno sentire pesantemente anche così: bambini e ragazzi fanno sempre più fatica a immaginare il proprio domani, mostrandosi spesso sfiduciati e oppressi dai timori.
Ecco perché, attraverso una consultazione pubblica, gli adolescenti tra i 12 e i 18 anni sono ora invitati a compilare, in forma anonima, un questionario disponibile fino alla fine di febbraio sulla piattaforma skuola.net.
Sei le grandi tematiche affrontate dal questionario:


❖ Cosa penso del futuro?
❖ Come vedo il futuro del mondo?
❖ Come vedo il mio futuro?
❖ Cosa sto facendo per il mio futuro?
❖ Cosa fa o dovrebbe fare lo Stato per un futuro migliore?
❖ Cosa devono o dovrebbero fare l’Europa e gli organismi internazionali per il futuro?


I quesiti sono stati messi a punto grazie all’attività di approfondimento svolta, con il supporto di un esperto, dalla Consulta dell’Autorità garante: un team di ragazzi tra i 14 e i 17 anni che affianca l’AGIA nell’affrontare le tematiche riguardanti direttamente i giovani.

Carla Garlatti, che ricopre dal 2021 l’incarico di Autorità garante, ha spiegato così l’intento di questo importante progetto: “Sono convinta che i minorenni debbano contribuire in modo concreto alla costruzione del loro futuro, anche esprimendo direttamente quali sono le loro idee e in che modo vorrebbero fossero attuate… Per questo motivo ho voluto fortemente questa consultazione con l’obiettivo di offrire ai ragazzi uno strumento concreto di partecipazione e per raccogliere suggerimenti e idee che possano essere poi trasformati in raccomandazioni da indirizzare alle istituzioni per cercare di orientare quanto più possibile le scelte dei decisori politici”.
Ma facciamo un passo indietro: che funzioni ha l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza?
Si tratta di un organo monocratico, dotato di poteri autonomi di organizzazione e indipendenza amministrativa, che è stato istituito con la legge n. 112 del 12 luglio 2011. Il suo compito è garantire a livello nazionale la piena attuazione, e la tutela, dei diritti dei bambini e degli adolescenti secondo le disposizioni della “Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, ratificata dall’Italia nel 1991.
Formalmente, quindi, l’Autorità vigila e incentiva l’attuazione della Convenzione di New York e degli altri strumenti internazionali per la promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Nonché la piena applicazione della normativa europea e nazionale vigente in materia, e del diritto di ogni minore a essere “accolto ed educato prioritariamente nella propria famiglia e, se necessario, in un altro ambito familiare di appoggio o sostitutivo” (art. 3 comma 1, lett a) della legge 112/2011). Dal 14 gennaio 2021 il ruolo è ricoperto, appunto, da Carla Garlatti.
Le competenze dell’Autorità sono riconducibili a specifiche azioni:
❖ Ascolto e partecipazione
❖ Promozione e sensibilizzazione

❖ Collaborazione
❖ Elaborazione di proposte
❖ Pareri e raccomandazioni
Per sviluppare proposte concrete nell’interesse dei ragazzi – e quindi anche per indirizzare e sensibilizzare le istituzioni politiche –

l’Autorità si avvale di numerose collaborazioni sia a livello nazionale che internazionale, e si focalizza in particolare su alcune precise tematiche.
❖ Inclusione. Ogni intervento o progetto è volto a garantire a tutte le persone di minore età, e senza eccezione alcuna, un’esistenza piena e dignitosa nonché una partecipazione attiva alla vita della comunità.
❖ Famiglia. L’Autorità interviene sulle politiche familiari per assicurare il rispetto e l’attuazione di tutti i diritti e doveri che ruotano attorno all’istituzione più importante nella vita di ogni bambino: la famiglia, appunto, riconosciuta nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza quale “unità fondamentale della società e di un ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli”.
❖ Benessere. L’esigenza, in questo caso, è quella di promuovere e garantire una condizione di benessere in tutti quei contesti in cui i bambini e gli adolescenti sviluppano la propria personalità e creano i legami sociali.
❖ Partecipazione. Usando le parole di Carla Garlatti, questo ambito può essere riassunto nel concetto che “Ogni ragazzo ha diritto di esprimersi sulle decisioni che lo riguardano. Al diritto di essere ascoltati, corrisponde il diritto alla partecipazione…”. L’Autorità promuove quindi progetti che salvaguardino l’esercizio del diritto di ascolto e la partecipazione del minore, in quanto “soggetto” e non “oggetto” dei propri diritti.
“La giustizia dovrebbe essere amica dei minori.
Non dovrebbe camminare davanti a loro, perché potrebbero non seguirla.
Non dovrebbe camminare dietro di loro, perché i minori non dovrebbero avere la responsabilità di scegliere il cammino.
La giustizia dovrebbe camminare al loro fianco ed essere loro amica.”
(Maud de Boer Buquicchio, giurista olandese)

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