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Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: 25 novembre

Il 25 novembre  è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, per ricordare le vittime di maltrattamenti, abusi e femminicidi e per combattere le discriminazioni e le disuguaglianze di genere.

Secondo il rapporto dell’OMS – Valutazione globale e regionale della violenza contro le donne: diffusione e conseguenze sulla salute degli abusi sessuali da parte di un partner intimo o da sconosciuti – La violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”.

Redatto in collaborazione con la London School of Hygiene & Tropical Medicine e la South African Medical Research Council, il rapporto analizza

sistematicamente i dati sulla diffusione della violenza femminile a livello globale, inflitta sia da parte del proprio partner, sia da sconosciuti.

L’abuso fisico e sessuale è un problema sanitario che colpisce oltre il 35% delle donne in tutto il mondo e, cosa ben più grave, è che ad infliggere la violenza sia nel 30% dei casi un partner intimo.

Dall’inizio dell’anno sono 91 le donne vittime di femminicidio in Italia e durante i mesi di Lockdown è stata uccisa una donna ogni due giorni dal proprio partner.

La data del 25 novembre non è casuale ma vuole ricordare un brutale assassinio avvenuto nella Repubblica Dominicana, dove le tre sorelle Mirabal, considerate rivoluzionarie, vennero torturate e uccise.

La violenza contro donne rappresenta una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti che, a ancora oggi spesso non viene denunciata a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la caratterizzano.

Nella maggior parte dei casi la donna che denuncia risulta essere già stata vittima di pregressi maltrattamenti, taciuti per anni. Questo tipo di violenza può essere agita in modi diversi: può essere violenza fisica, sessuale, psicologica ed anche economica. Nello specifico si qualificano atti di violenza:

La violenza del partner in situazioni di intimità (maltrattamenti, abusi psicologici, stupri coniugali, femminicidio); la violenza e molestie sessuali (stupro, atti sessuali forzati, avance sessuali indesiderate, abusi sessuali su minori, matrimonio forzato, molestie di strada, stalking, molestie informatiche); il traffico di esseri umani (schiavitù, sfruttamento sessuale); la mutilazione genitale femminile.

La violenza, in tutte le sue forme, si radica e progredisce nella disuguaglianza e nella discriminazione.

Secondo l’Articolo 1 della Dichiarazione sull’Eliminazione della Violenza contro le Donne, emanata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1993, la violenza contro le donne è “ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata”. Le conseguenze negative per la salute psicologica, sessuale e riproduttiva  colpiscono le donne in ogni momento della loro vita.

Il nostro sistema sanitario mette a disposizione di tutte le donne, italiane e straniere, una rete di servizi sul territorio, ospedalieri e ambulatoriali, socio-sanitari e socio-assistenziali, anche attraverso strutture facenti capo al settore materno-infantile, come ad esempio il consultorio familiare, al fine di assicurare un modello integrato di intervento.

Uno dei luoghi in cui più frequentemente è possibile intercettare la vittima è il Pronto Soccorso.

E’ qui che le vittime di violenza, a volte inconsapevoli della loro condizione, si rivolgono per un primo intervento sanitario. Nello specifico, presso alcuni Pronto soccorso in Italia si sta sperimentando un percorso speciale per chi subisce violenza, contrassegnato da un codice rosa, o uno spazio protetto, detto stanza rosa, in grado di offrire assistenza dal punto di vista fisico e psicologico e informazioni sotto il profilo giuridico, nel fondamentale rispetto della riservatezza.

Un importante passo avanti nella lotta contro la violenza sulle donne è stata la legge n. 69/2019, nota come “Codice Rosso” entrata in vigore il 9 agosto 2019. Si tratta di una legge volta a rafforzare la tutela delle vittime dei reati di violenza domestica e di genere, che ha inasprito le pene per i delitti di violenza sessuale, ha introdotto nuove specifiche fattispecie di reato e velocizzato le procedure a tutela della vittima.

Si deve a tale legge l’introduzione dell’art. 612-ter c.p., dopo il delitto di stalking, quello di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate, noto come revenge Porn; e dell’art. 558-bis c.p., che delinea il delitto di costrizione o induzione al matrimonio; dell’art.583- quinquies che puniscecon la reclusione da 8 a 14 anni e l’ergastolo quando consegua l’omicidio della vittima, ildelitto di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso.

Ma nessuna legge potrà mai essere veramente efficace contro la violenza di genere quanto la prevenzione.

Prevenzione finalizzata all’educazione delle nuove generazioni che parta dal rispetto delle differenze, passi da una comunicazione dei mass media più rispettosa della figura femminile, per arrivare al raggiungimento dell’uguaglianza come valore universale.

Perché domani è troppo tardi.  Perché bisogna agire oggi.

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