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Sei un genitore emotivamente immaturo?

(A cura del Dott. Giuseppe Iannone)

Il genitore perfetto, si sa, non esiste. Ciascuno di noi credo possa recriminare ai propri genitori qualche mancanza o difetto. Fin qui tutto nella norma. Nessun trauma. Esistono invece genitori che sono emotivamente immaturi e che non offrono una base di appoggio sicura per i propri figli che, da adulti, potranno , a loro volta, risentire di uno stile genitoriale caratterizzato da imprevedibilità e incoerenza. Le caratteristiche personologiche del genitore -e lo stile genitoriale- hanno una forte influenza su sul nostro modo di comportarci con gli altri, in primis con i nostri figli. Crescere in un ambiente familiare adeguato consente di sviluppare infatti una serie di competenze di regolazione delle emozioni efficace e adeguata. Queste competenze torneranno molto utili in età adulta nel consentirci di costruire, sviluppare e mantenere relazioni interpersonali soddisfacenti.

Leggendo questo articolo potrai analizzare il tuo livello di maturità genitoriale e l’impatto che il tuo stile genitoriale può avere nella vita dei tuoi figli.

  1. Quando le cose non vanno come vuoi tu, metti in atto comportamenti infantili, come urlare contro o, peggio ancora, punire i tuoi figli con il silenzio. Il silenzio e l’indifferenza del genitore per il bambino equivalgono alla morte perché tuo figlio dipende in tutto e per tutto dalle tue cure. Smettere di parlare a un bambino equivale a “staccare l’ossigeno”. Il bambino va in uno stato di “apnea esistenziale”. E sperimenta sentimenti di forte angoscia e terrore. Anche perché non è in grado di prevedere se e quando il genitore ricomincerà a prendersi cura di lui. Una vera e propria tortura psicologica. Le conseguenze negative di un tale atteggiamento è che da adulto tuo figlio potrebbe fare fatica a gestire situazioni di conflitto, vivere con estrema paura o ansia contesti nei quali ci si debba confrontare o si debba dire la propria anche a costo di deludere l’altro. In fondo, gli è stato insegnato che dire la propria può avere conseguenze deleterie. E allora, piuttosto che schierarsi contro l’altro, rischiando di rivivere quel trauma, diventare compiacente, adeguarsi ai desideri dell’altro. Senza imparare non solo a imporsi, ma addirittura a proporsi. Niente silenzio punitivo, niente urla o scenate dunque. Meglio parlare al bambino, spiegandogli cosa non ci sia piaciuto del suo comportamento e perché. In questo modo creiamo una narrativa, uno script, che fungerà da cornice e da linea guida anche per comportamenti futuri. In sintesi, occorre non punire la persona ma il comportamento sbagliato.
  2. Quando al tuo bambino succede qualcosa di brutto o di stressante, tendi a spostare l’attenzione su di te. Le conseguenze negative in età adulta per tuo figlio si manifestano in una fatica a essere empatici, a considerare il punto di vista dell’altro, a centrare le conversazioni su di loro. Una sorta di “narcisismo acquisito”, un tentativo di rimettersi al centro dell’ attenzione. Oppure tuo figlio potrebbe aver introiettato che quello che di negativo succede vada nascosto. O che non possa interessare agli altri. E vivere le situazioni negative con un forte senso di vergogna e paura. E’ importante invece che tu sappia decentrarti ed essere per tuo figlio un porto sicuro nei momenti di burrasca. Qualcuno di cui lui possa fidarsi. E qualcuno a cui lui possa affidare i suoi piccoli grandi problemi. Impara a chiedere a tuo figlio come stia, come si senta, aiutalo a dare voce al suo mondo psicologico e ad entrare in contatto con la parte più profonda di sé. A riflettere sull’esperienza e a trovare soluzioni per gestire lo stress o le situazioni spiacevoli. Sono abilità che da grande porterà con sé.
  3. Fai affidamento su tuo figlio, scaricandogli addosso i tuoi problemi e frustrazioni. Si parla in questi casi di ribaltamento dei ruoli. Se il bambino diventa genitore del genitore c’è una buona possibilità che da adulto tu continui a mettersi nel ruolo di caregiver anche nelle relazioni, con gli amici, i colleghi o il partner. Potrebbe fare fatica a mantenere una sana distanza dall’altro e correre il rischio di rimanere invischiato nelle relazioni a causa di una vicinanza tanto eccessiva quanto deleteria per i rapporti. Non essere il “genitore-amico”. Di amici tuo figlio ne ha tanti. Lui ha bisogno di una figura autorevole. Di qualcuno che sappia anche dirgli di no. Che sappia porre dei limiti. I limiti non sono costrizioni claustrofobiche, ma argini che guidano con saggezza il corso di un fiume verso la foce, verso una buona riuscita dell’esistenza. Il limite contiene l’angoscia che un eccesso di libertà può invece provocare.
  4. Quando tuo figlio ti parla di un suo problema, tu cambi argomento. Questo potrebbe dipendere da diversi fattori. Da una non disponibilità all’ascolto, da un mancato interesse per le tematiche, che tu reputi di secondo ordine, ma che per tuo figlio sono importanti perché proporzionati alla sua fase di vita. Se tuo figlio non si sente ascoltato e accolto, da adulto potrebbe ricercare partner o amici che sono non disponibili a prendersi cura di lui o ad ascoltarlo. Una sorta di malsana abitudine che lo porterebbe a circondarsi di persone emotivamente non disponibili. Questo si traduce in frustrazione e in una perpetrazione del ruolo di eterno incompreso. Tuo figlio è una persona. E, in quanto tale, merita la tua attenzione e il tuo ascolto. Non fuggire di fronte ai suoi problemi. Dai valore alle sue parole. Ascoltalo con attenzione. Anche se non hai pronta la soluzione.
  5. Tendi a non validare o a minimizzare le esperienze emotive di tuo figlio. “Che esagerato!”. “Sapessi quanta gente sta peggio di te”. “Potrebbe andare peggio”. O addirittura “Quello che racconti non è mai successo”. Anche di fronte a fatti tragici e gravi, alcuni genitori possono letteralmente negare che un evento traumatico sia successo al loro figlio. Apologia dell’abuso. Le conseguenze psicologiche di un tale comportamento sono gravi. Da adulto tuo figlio potrebbe dubitare di ciò sente, perdere fiducia in sé stesso. E continuare a giustificare le cattiverie degli altri nei suoi confronti. Poiché  la sua realtà, le sue esperienze sono state messe in discussione o addirittura negate, potrebbe fare fatica a fidarsi di sé stesso e di ciò che sente. Forse è vero, a volte i bambini tendono a volerci impressionare con racconti evidentemente esagerati. Ma è un loro stile comunicativo. Un modo per attirare l’attenzione, farsi vedere, soprattutto quando percepiscono di non essere visti abbastanza. O anche solo perché non hanno ancora uno stile migliore per raccontare quello che stanno vivendo. Abituali a sentirsi ascoltati. E se proprio in quel momento il tempo o l’energia ti mancano, stabilite un momento per ritornare sull’argomento.
  6. Ricordi spesso a tuo figlio di quanto ti sia debitore. Perché lo hai messo al mondo o perché ti stai prendendo cura di lui. Questo atteggiamento può indurre nel bambino sentimenti di colpa o di vergogna. E lo portano a essere esageratamente compiacente nelle relazioni con gli altri. A mettere sempre da parte sé stesso perché l’altro merita di più. A non sapersi più amare. E a essere sempre pronto a rispondere alle esigenze dell’altro. Tuo figlio non ti ha chiesto di venire al mondo. Lo hai voluto tu, è stato la conseguenza di un tuo atto. L’amore di un genitore deve essere incondizionato. Gratuito. Sempre.
  7. Ti aspetti che tuo figlio sia e sarà sempre il centro della tua vita. E per questo sei geloso delle sue amicizie, dei suoi partner o dei suoi traguardi. E non di rado fai di tutto per sabotare amicizie e relazioni. Ma così facendo gli tarpi le ali. Crei dei perfetti inetti, che non sapranno stare al mondo. Navi che non lasceranno mai il porto perché dalla capitaneria arriva il messaggio che là fuori il mare minaccia tempesta. Da adulto, il bambino potrebbe sentirsi in colpa o in ansia quando trascorre tempo lontano da casa o in compagnia di altre persone. Spesso, per tentare di tenerlo ancora più stretto a te, tendi a usare temi come la malattia, vera o soltanto immaginata, tua o di un familiare, per legarli a te. I figli non sono oggetti di cui puoi disporre a tuo piacimento. Non sono “bastoni” per la vecchiaia. Insegna loro a volare. E ad acquisire sempre maggiori fette di autonomia. Fai anche un check della tua vita: perché hai bisogno che tuo figlio resti accanto a te? C’è forse qualcosa che non va nella relazione con il tuo partner? Non hai amici? Il ruolo di genitore è l’unico modo di essere che ti è rimasto?

Questi sono soltanto alcuni dei segni di un genitore emotivamente immaturo. Come avrai notato, le ripercussioni sulla vita dei tuoi figli sono davvero drammatiche. Inoltre si presenta il rischio che anche loro possano mettere in atto lo stesso schema con i loro figli o con il loro partner. Sta a te invece interrompere questo circolo vizioso. E fare in modo che comportamenti disfunzionali, che magari hai vissuto anche tu, non passino in modalità automatica da una generazione all’altra.

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