Genitori per sempre: l’importanza della mediazione familiare nella gestione della crisi di coppia
(A cura della Dott.ssa Giulia Meneghelli)
“I figli sono come gli aquiloni: gli insegnerai a volare, ma non voleranno il tuo volo. Gli insegnerai a sognare, ma non sogneranno il tuo sogno. Gli insegnerai a vivere, ma non vivranno la tua vita. Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento ricevuto.”
Queste le parole di Madre Teresa di Calcutta, parole ricche di significato, che lasciano intendere come resti indelebile sul figlio l’impronta dei propri genitori.
E’ così anche quando il rapporto tra i due genitori entra in crisi e questi decidono di separarsi. Inevitabilmente la rottura di un matrimonio comporta uno stravolgimento nella vita del minore, ma la possibilità di “contenere i danni” dipende dalla modalità dei genitori di gestire la loro conflittualità.
E qui entra in gioco la Mediazione familiare: sperimentare una modalità mediativa vorrebbe significare per gli ex coniugi avere un’occasione per stare e comunicare tra loro in modo funzionale alla gestione della crisi. Dal recupero delle competenze comunicative, cui si aspira con un percorso di Mediazione familiare, se ne trae un giovamento per il minore permettendogli di sganciarsi dal conflitto genitoriale.
Dalla normativa europea si evince il pieno riconoscimento a livello comunitario dell’importanza della Mediazione familiare per la tutela dei figli minori in un contesto di conflitto familiare.
La Convenzione di Strasburgo del 1996 all’art. 13 (Mediazione e altri metodi di soluzione dei conflitti) stabilisce che:“Al fine di prevenire o di risolvere i conflitti, e di evitare procedimenti che coinvolgano minori dinanzi ad un’autorità giudiziaria, le Parti incoraggiano il ricorso alla mediazione e a qualunque altro metodo di soluzione dei conflitti atto a concludere un accordo, nei casi che le Parti riterranno opportuni.”
Nella Raccomandazione R (98) 1 del 21 gennaio 1998 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sulla Mediazione familiare al principio III (VIII) si legge che “il mediatore dovrà mirare in maniera particolare al benessere e all’interesse superiore del minore, dovrà incoraggiare i genitori a concentrarsi sui suoi bisogni, e dovrà ricordare ai medesimi la loro fondamentale responsabilità concernente il benessere dei loro figli e la necessità che essi hanno di informarli e di consultarli”.
Ancora, dall’art. 7 della Convenzione sulle relazioni personali che riguardano i fanciulli, firmata il 15 maggio 2003 dal Consiglio d’Europa, si evince che “Quando bisogna risolvere delle controversie in materia di relazioni personali, le autorità giudiziarie devono adottare tutte le misure appropriate per incoraggiare i genitori e le altre persone che hanno dei legami familiari con il fanciullo a raggiungere degli accordi amichevoli a proposito delle relazioni personali con quest’ultimo, in particolare facendo ricorso alla mediazione familiare e ad altri metodi di risoluzione delle controversie.”
Ciononostante, in Italia sporadici sono sempre stati i riferimenti normativi dedicati alla Mediazione familiare.
Partendo dal Codice Civile, si può fare un richiamo all’art. 337octies, secondo comma (Poteri del giudice e ascolto del minore), da cui traspare che il Giudice, in determinate circostanze e dopo aver ottenuto il loro consenso, stimola le parti ad intraprendere un percorso mediativo per la “tutela dell’interesse morale e materiale dei figli”.
Un ulteriore rimando alla Mediazione familiare si può cogliere nell’art. 6 del D.L. 132/2014 (convertito dalla Legge 162/2014), riguardante la Negoziazione assistita, nel quale si stabilisce che gli Avvocati devono mettere al corrente le parti sull’opportunità di avviare un percorso di Mediazione familiare: “…Nell’accordo si dà atto che gli avvocati hanno tentato di conciliare le parti e le hanno informate della possibilità di esperire la mediazione familiare…”.
Oggi, con la L. 206/2021, il Legislatore dedica uno spazio alla Mediazione familiare quale risorsa per disinnescare la conflittualità che accompagna le vicende separative, nell’ottica della protezione del minore.
In Mediazione familiare le sedute sui figli sono finalizzate alla gestione dei compiti educativi; in altre parole in questa fase del percorso la coppia genitoriale è chiamata a prendere tutte quelle decisioni che influiscono sulla crescita del bambino, in modo da poter dare una risposta alla domanda “Come continueremo a prenderci cura dei nostri figli in futuro nonostante la separazione?”. Il Mediatore familiare aprirà quindi la seduta chiedendo ai mediandi di parlare dei propri figli e, tramite la tecnica della domanda, i genitori saranno portati a focalizzare l’attenzione e far emergere i bisogni dei figli medesimi.
In tale contesto vengono trattati pertanto tutti quegli aspetti di carattere organizzativo, che caratterizzano la quotidianità e le abitudini del bambino:
- Residenza principale o domicilio, a seconda di come i genitori decidono di gestire gli impegni e le attività del figlio;
- Calendario settimanale: con il supporto del Mediatore, la coppia stende un programma settimanale che illustra come e quando il figlio sarà sotto la responsabilità di ciascun genitore;
- Calendario delle vacanze: anche in questo caso verrà elaborato un programma concernente l’organizzazione durante le festività, nonché le vacanze estive;
- La famiglia allargata e sul rapporto che i figli avranno con la famiglia d’origine;
- Istruzione e modalità di scelta del percorso scolastico da intraprendere;
- Educazione religiosa
- Spese mediche e come le esigenze sanitarie devono essere gestite in termini organizzativi ed economici.
Evidente, quindi, l’importanza a che la coppia genitoriale cerchi di trovare degli accordi rispondenti ai bisogni del figlio, in modo che quest’ultimo, nonostante l’inevitabile stravolgimento familiare, si senta in ogni caso protetto nelle sue esigenze dalle scelte condivise dei genitori.
E’ sui figli che si ripercuotono maggiormente le conseguenze della crisi familiare, sono i figli che, da innocenti, pagano il prezzo più alto delle responsabilità dei genitori, e di conseguenza sono i figli che necessitano di quella adeguata tutela che un percorso mediativo “puerocentrato” è in grado di offrire.
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