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alienazione parentale e madre malevola

La sindrome della madre malevola o alienazione parentale: cos’è e chi coinvolge

(A cura dell’Avv. Maria Grazia Di Nella)

Per sindrome da alienazione parentale si intende una dinamica psicologica “malata” per cui un genitore (di solito la mamma) condizionerebbe negativamente i rapporti del figlio con l’altro genitore (il padre) attraverso una seri di comportamenti volti a emarginare e neutralizzare l’altra figura genitoriale e della sua famiglia.

Nelle aule giudiziarie ancora oggi noi avvocati siamo chiamati a gestire accesi conflitti familiari nei quali un genitore agisce con condotte mirate ad “alienare” il figlio all’altro genitore.

Il genitore collocatario (quello cioè con cui vive la maggior parte del tempo il bambino di separati/divorziati e che è quasi sempre la mamma) inizierebbe a inventare scuse per ostacolare la visita all’altro genitore o smette di informare l’altro su aspetti importanti della vita dei figli, o ancora inizia una politica denigratoria a danno dell’altro genitore con il solo scopo di metterlo in cattiva luce davanti ai bambini.

Questi atteggiamenti sarebbero causa dell’insorgere nel minore della patologia denominata “sindrome di alienazione parentale” dal medico statunitense Richard Gardner, identificata quando il figlio conteso tra due genitori manifesta comportamenti oppositivi nei riguardi del padre perchè spinto dalla madre; la presenza di tale sindrome nei figli è stata usata spesso negli ultimi anni dai padri per rilevare nelle madri una compromissione psichiatrica e arrivare a chiedere al Tribunale l’allontanamento dei figli da tali contesti abitativi.

Per capire la gravità della situazione occorre anche tenere presente le conseguenze sui minori di tale “sindrome” poiché i minori allontanati per alienazione parentale spesso vengono inseriti in Comunità prima di essere collocati dall’altro genitore per osservare e agevolare il riavvicinamento tra loro.

Giuridicamente come avviene l’accusa di alienazione parentale e allontanamento dei figli dalla madre?

Il genitore non collocatario (che di solito nelle separazioni è il padre) accusa la mamma di non essere più adeguata all’educazione dei minori perché manipolatoria, di essere causa della sua difficoltà di vederli ovvero del loro diniego totale alle visite e ad avere un rapporto continuo con lui fino ad arrivare ad accusare la mamma di ipotetiche patologie psichiatriche. Il giudice, verificata l’effettiva assenza di rapporti tra i figli e il genitore non collocatario, non può che nominare un Consulente Tecnico per valutare e osservare la relazione dei figli con ciascun genitore.

Il Consulente Tecnico è uno psicologo/neuropsichiatra forense specializzato nei problemi dell’infanzia e dinamiche genitoriali. Facendo richiamo a questa teoria sono più di quanto si pensi, le decisioni dei Tribunali finite con l’allontanamento dei figli dalla madre, il collocamento temporaneo in Comunità dei minori e l’affido esclusivo dei minori al padre a definizione del procedimento.

Ma come si “diagnosticherebbe” l’alienazione parentale?

Venuta meno la coppia genitoriale, nell’ambito di separazioni altamente conflittuali,  non è raro che i figli si “alleino” con uno dei due genitori e solitamente con il genitore che avvertono più debole e che si prende cura di loro, la madre.

Ma questo non può portare alla automatica conseguenza di identificare la “Sindrome di alienazione parentale” ogni qual volta i figli rifiutino la figura paterna. Molteplici e molto complesse potrebbero essere le cause, non ultima quella di essere stati spettatori di molteplici episodi di violenza paterna a carico della madre.

Proprio per la complessità del fenomeno e la mancanza di basi scientifiche, la sindrome identificata come PAS non è mai stata riconosciuta dalla comunità psichiatrica tanto che è esclusa dal novero dei disturbi psichiatrici accertati.

Dopo molteplici pronunce di allontanamento, la Cassazione anche recentemente (17 maggio 2021) ha ribadito che la teoria dell’alienazione parentale è priva di base scientifica e ha richiamato i consulenti tecnici incaricati dai giudici di attenersi ai protocolli riconosciuti dalla scienza ed evitare di uscire dalle linee guida. Questo richiamo è talmente essenziale che anche il disegno di legge per la riforma del processo civile prevede che il Giudice debba tenere conto di eventuali episodi di violenza e deve garantire che gli eventuali incontri tra i genitori e i figli siano se necessario accompagnati dai Servizi Sociali ed il Consulente Tecnico incaricato di valutare le competenze genitoriali, debba attenersi a protocolli e metodologia riconosciuti dalla comunità scientifica, senza effettuare valutazioni su caratteristiche e profili di personalità estranee gli stessi.

A questo punto cosa può fare una mamma che si vede oggi accusata di alienazione parentale o che ha perso i figli per questo?

Le madri che si sono viste allontanare i figli per un collocamento Comunitario ovvero perché affidati al padre in via esclusiva, potranno chiedere una modifica delle attuali condizioni di affido e collocamento dei minori insistendo perché sia nominato un curatore speciale del minore e sia disposta una nuova Consulenza Tecnica sulle competenze genitoriali. 

Author Profile

È Avvocato Collaborativo del Foro di Milano, componente del Comitato Scientifico della SOS Villaggi dei Bambini Onlus, membro attivo dell’Associazione Camera Minorile di Milano, socia dell’AIAF (Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i minori), socia dell’AIADC ( Associazione Italiana degli Avvocati di Diritto Collaborativo) nonché delle IACP ( International Academy of Collaborative Professionals), socia dell’Associazione ICALI (International Child Abducion Lawyers Italy) ed iscritta nell’elenco avvocati specializzati all’assistenza legale delle donne vittime di violenza (BURL – Serie ordinaria n.46 17.11.2016).