Il maltrattamento dei figli nei confronti dei genitori e, in particolare, il Parental Abuse
(A cura dell’Avv. Stefania Crespi)
Il reato di maltrattamenti in famiglia è spesso commesso dai genitori nei confronti dei propri figli, ma vi sono molti casi in cui le parti lese sono i genitori e gli agenti, invece, i figli.
Talvolta non si viene a conoscenza di tali drammi familiari, perché i genitori non hanno il coraggio di denunciare i propri figli, cercando di proteggerli ed evitando loro di avere a che fare con la giustizia: preferiscono tenere segreto ciò che avviene all’interno delle mura domestiche, provando vergogna e anche sensi di colpa, pensando di non averli saputi educare in modo adeguato.
Tuttavia, quest’estate vi sono stati molti abusi dei figli nei confronti dei propri genitori.
La Procura della Repubblica di Catania ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per maltrattamenti e tentato omicidio nei confronti di un uomo di 35 anni, per le azioni vessatorie poste in essere abitualmente verso i suoi genitori: chiamava la madre col termine “zingara”, inveiva contro padre e madre con parole offensive come “porci, pugno di bastardi”, li minacciava dicendo loro che li avrebbe fatti morire con atroci sofferenze. In un’occasione ha tentato di soffocare la madre, tenendole un cuscino contro il viso e bloccandole il polso, mentre un’altra volta l’ha afferrata per i polsi, cagionandole delle lesioni.
Il GUP di Macerata ha condannato un uomo di 23 anni a 1 anno, 4 mesi e 20 giorni di reclusione per maltrattamenti e lesioni nei confronti della madre per averle lanciato in testa un bicchiere.
E’ di poche settimane fa la notizia di un uomo che ha costretto l’anziana madre, dopo svariati atti di violenza, a prelevare soldi al bancomat per acquistare successivamente della droga: è ora indagato per estorsione e maltrattamenti in famiglia.
È stato condannato sempre per estorsione e maltrattamenti nei confronti della madre un 43enne di Garlasco per molteplici aggressioni, sia verbali che fisiche, tali da rendere un inferno la vita della donna. La vittima non aveva mai trovato il coraggio di denunciare il figlio e, anzi, aveva cercato di minimizzare quegli episodi per il troppo amore che provava, ma anche per vergogna.
Emerge, pertanto, che il reato maggiormente commesso ai danni dei genitori sia quello di maltrattamenti in famiglia, punito da tre a sette anni di reclusione.
Secondo la Cassazione il figlio che pone in essere comportamenti violenti, sia fisici che verbali, con la volontà di vessare i propri familiari, facendoli vivere in uno stato di terrore, commette il reato di maltrattamenti in famiglia, se convivente con gli stessi.
Con riguardo alla convivenza va, peraltro precisato che recentemente gli Ermellini hanno rilevato come si configuri il reato in esame anche in caso di cessazione della convivenza o di una stabile coabitazione, purché permangano integri o comunque solidi ed abituali i vincoli di solidarietà derivanti dal precedente rapporto intercorso tra le parti non più conviventi (Cass. n. 30129/21).
Il Giudice può disporre l’allontanamento dalla casa familiare attraverso una misura cautelare, allo scopo di prevenire ulteriori danni e pericoli per le vittime.
Non si deve credere che solo i figli adulti siano violenti nei confronti dei genitori: purtroppo anche alcuni minorenni rappresentano un pericolo per l’integrità fisica e mentale dei propri genitori.
Il “parental abuse” o violenza filio-parentale è un fenomeno emergente che riguarda gli adolescenti che abusano fisicamente, emotivamente e verbalmente dei genitori.
In particolare, la violenza consiste nell’umiliazione costante, nelle minacce, nelle aggressioni, nell’imposizione del proprio potere e controllo nella relazione con i genitori o, più frequentemente, nei confronti di quello più debole (che spesso è la madre).
In genere tale violenza viene posta in essere da ragazzi tra i dodici e i quattordici anni, con un picco di tra i quindici e i diciassette e una diminuzione dopo il compimento della maggiore età.
La violenza parentale non riguarda solo ragazzi con psicopatologie conclamate o problematiche serie (come la tossicodipendenza), ma anche gli adolescenti “regolari”, cresciuti in famiglie “normali”.
Come è ben noto solo dai 14 anni in su si può essere imputabili. Quindi se un 14enne fosse violento nei confronti dei genitori, essi potrebbero denunciarlo per maltrattamenti.
La convivenza forzata durante il lockdown, in alcuni casi, ha aumentato il numero dei comportamenti conflittuali all’interno delle mura domestiche, tanto da parlare di una doppia epidemia: quella epidemiologica e quella di violenza.
Avv. Stefania Crespi
Svolge la sua attività dal 1996 presso lo Studio Legale Ravaglia, dove ha maturato una consolidata esperienza e specifica competenza nel Diritto penale d’impresa, seguendo processi in tema di reati societari, finanziari, fallimentari, reati contro la pubblica amministrazione, responsabilità penale in ambito sanitario, nonché per violazioni del codice stradale.
Collabora da anni con lo Studio Legale Di Nella per i procedimenti penali concernenti i reati contro la famiglia.