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Genitori che si trasferisce

Genitore collocatario che si trasferisce in un’altra città per motivi di lavoro: non perde l’affidamento e il collocamento

(A cura dell’Avv. Maria Zaccara)

Il genitore collocatario che si trasferisce per lavoro in un’altra città non perde l’idoneità ad avere in affidamento i figli minori o a esserne collocatario. Questo il principio ribadito dalla Suprema Corte di Cassazione con l’Ordinanza n. 21055/2022 pubblicata in data 1 luglio 2022.

Il caso in esame trae origine dal Decreto della Corte d’Appello di Brescia con il quale i Giudici di merito avevano confermato il provvedimento del Tribunale di Bergamo che aveva autorizzato la madre al trasferimento della propria residenza e quella del figlio minore a Bologna per motivi di lavoro, consentendo l’iscrizione del minore presso un istituto scolastico nella  nuova città, con diritto di visita paterno due fine settimana al mese alternati dal venerdì, dopo l’uscita del minore da scuola, e fino alle 19.00 di domenica sera, oltre ai periodi di vacanza.

Secondo la Corte d’Appello non poteva essere trascurato il diritto del coniuge affidatario di trovare un’occupazione lavorativa in un luogo diverso da quello in cui si trovava la dimora del padre, non essendo una tale scelta in sé idonea a pregiudicare l’affidamento e dovendo, per contro, il Giudice verificare unicamente il collocamento più funzionale a salvaguardare il benessere del minore.

Avverso tale provvedimento il padre del minore ricorreva per Cassazione lamentando che l’autorizzazione del Tribunale al trasferimento del minore e della madre a Bologna non corrispondeva al reale interesse del figlio.

La Suprema Corte riteneva il ricorso infondato nel merito.

Gli Ermellini, infatti, ritenevano che le censure esposte dal padre non trovavano conferma nel provvedimento adottato dalla Corte d’Appello, avendo quest’ultima esplicitato le ragioni che avevano reso non solo privo di pregiudizio, ma anche favorevole per il benessere del minore detto trasferimento. Inoltre, veniva confermato il principio secondo cui il coniuge separato che intenda trasferire la sua residenza lontano da quella dell’altro coniuge, non perde, soltanto per questo, l’idoneità ad avere in affidamento i figli minori o ad esserne collocatario in quanto: «stabilimento e trasferimento della propria residenza e sede lavorativa costituiscono oggetto di libera e non coercibile opzione dell’individuo, espressione di diritti fondamentali di rango costituzionale».

Pertanto, il Giudice deve esclusivamente “valutare se sia maggiormente funzionale all’interesse della prole il collocamento presso l’uno o l’altro dei genitori, per quanto ciò ineluttabilmente incida in negativo sulla quotidianità dei rapporti con il genitore non collocatario.”

Nel caso di specie, i Giudici di merito avevano ritenuto nell’interesse del minore non mutare il collocamento del minore autorizzando il trasferimento in una nuova città con la possibilità per il padre di organizzare liberamente gli spostamenti per stare con il figlio, ritenendo, perciò, la decisione del giudice di primo grado idonea a garantire la bigenitorialità pur con i limiti oggettivi derivanti dalla distanza tra le residenze dei due genitori.

In definitiva, la soluzione adottata dalla Corte d’Appello aveva inteso “operare un bilanciamento fra gli interessi e le esigenze dei due genitori che tiene conto, da un lato, delle prospettive lavorative della madre e, dall’altro, della possibilità per il padre di regolare in modo elastico gli incontri col minore, ormai ben inserito nel nuovo contesto territoriale e scolastico.”

Per questi motivi il ricorso è stato rigettato.

Author Profile

Dopo essersi diplomata al Liceo Classico Salvatore Quasimodo di Magenta, ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza a pieni voti presso l’Università degli Studi di Milano nel 2014, con tesi in diritto dell’esecuzione penale e del procedimento penale minorile, analizzando l’istituto del “Perdono Giudiziale”.

Coltivando l’interesse per le materie di diritto della persona, dei minori e della famiglia, dall’aprile 2014 ha iniziato il percorso di pratica forense presso questo Studio, dove nel settembre de 2018, è diventata Avvocato, del Foro di Milano.