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La crisi economica e il diritto del minore a vivere nella propria famiglia: aumentano i minori in stato di abbandono

(a cura dell’Avv. Maria Grazia Di Nella)

Oltre a lavorare con il mondo adulto, da oltre quindici anni ricopro incarichi come Curatrice e Tutrice di minori che necessitano di tutela e nei confronti dei quali il Tribunale per i Minorenni su richiesta della Procura ha aperto un procedimento di accertamento dello stato di abbandono materiale e morale prodromico alla dichiarazione della di lui adottabilità.

Ai sensi dell’art. 8 comma 4 Legge adozione, 184/1983, infatti, ogni qual volta viene aperto un procedimento di adottabilità a tutela di un minore, il Tribunale per i Minorenni nomina un curatore speciale vale a dire un rappresentante speciale che lo rappresenti in tale procedimento.

Il curatore ha il ruolo di portare all’interno del procedimento la voce del minore perseguendo il di lui interesse quale unico obbiettivo supremo (art. 21 convenzione ONU sui diritti del fanciullo 1989). Nello specifico il curatore, una volta presa piena cognizione della situazione e fatta la conoscenza del minore allorquando lo ritiene opportuno e necessario, dovrà individuare e declinare gli interessi da perseguire valutando se l’azione intrapresa è la più idonea a tal fine; tale valutazione dovrà essere necessariamente dinamica, vale a dire non unicamente ancorata alla situazione presente ma dovrà tenere presente l’evoluzione del minore in un lasso di tempo medio/lungo.

Saranno quindi tenuti in considerazione le opinioni del minore, la personalità e la sua storia, il di lui diritto a crescere nella propria famiglia e quindi al mantenimento dei rapporti con i membri della sua famiglia, il di lui diritto alla salute, cura e sicurezza e non ultimo il diritto ad avere un’istruzione adeguata. Tutto questo nel tentativo di assicurare al minore nel più breve tempo possibile, cure morali e materiali di cui evidentemente non aveva potuto godere, anche tenendo presente i tempi di recupero della capacità genitoriali del di lui nucleo d’origine.     

La necessaria tempestività dell’azione di tutela è correlata alla circostanza che proprio a tutela del minore stesso, il Tribunale per i Minorenni è costretto a disporne l’inserimento temporaneo in una Comunità ovvero in un diverso nucleo familiare (ndr. “affido eterofamiliare”).

Tenuto conto che alla fine del 2006 sono stati chiusi gli Orfanotrofi con la legge 149 del 2000, le strutture di accoglienza dei minori si articolano in Case Famiglia ove una coppia ospita un numero massimo di 6 minori e Comunità educative o terapeutiche gestite da educatori professionali ove è previsto un numero massimo di 10 minori per ogni unità di offerta con la supervisione di un Responsabile e un educatore ogni 5 bambini.

Alla fine del 2020, secondo dati ufficiali, in Italia erano 28.449 i minori fuori dalla famiglia, di cui  14.194 in affido eterofamiliare,14.225 inseriti in Comunità. Oltre 3900 di questi minori erano in Lombardia e di questi 1.737 inseriti in Comunità. Tenuto conto che il 20% dei bambini in Comunità erano nella fascia 0 a 6 anni, si può comprendere come la tempestività dell’intervento di tutela sia l’obbiettivo principale di ogni giudice del procedimento minorile.

Sono, infatti, numeri che fanno sgomento essendo specchio della grave situazione di fragilità in cui si trovano i bambini negli ultimi tre anni.

Infatti, se negli ultimi dieci anni, presso il Tribunale per i Minorenni di Milano si riscontrava una sostanziale stabilità del numero delle procedure di adottabilità con una media di 130 procedimenti aperti per ciascun anno, negli ultimi tre anni tali delicati procedimenti hanno registrato un incremento: nell’anno 2018 ne sono stati promossi 193, nell’anno 2019 sono stati 185 e nell’ultimo anno 144 a riprova dell’aggravarsi delle situazioni di abbandono morale e materiale dei minori da parte della famiglia di origine.

Il numero delle pronunce delle dichiarazioni di adottabilità presso il Tribunale per i Minorenni di Milano nell’anno 2019 è stato di 84, di cui 51 con almeno uno dei genitori noto e 33 quelle di minori figli di genitori ignoti, mentre nell’anno 2020 è stato di 83 sentenze, di cui 54 di minori con almeno un genitore noto e 29 di minori con entrambi i genitori ignoti.

Sono numeri importanti per i quali la tempestività dell’intervento a tutela è fondamentale per assicurare al minore un futuro di recupero e serenità.

Il Tribunale per i minorenni di Milano si sta impegnando molto per garantire tale tempestività: in tema di durata dei procedimenti per la dichiarazione di adottabilità, se per i minori non riconosciuti da nessuno dei genitori Milano perviene nell’ambito di un mese alla dichiarazione di adottabilità (considerato che occorrono 10 giorni dalla nascita per formare l’atto di nascita e quindi attribuire un’identità al minore), la media di definizione è di poco più di un anno e mezzo!

Per fortuna, però, grazie all’azione congiunta di moltissimi attori, non tutti i procedimenti di adottabilità si concludono con la pronuncia definitiva di adottabilità del minore: nel 2020 circa il 40% dei procedimenti si sono conclusi con una sentenza di non luogo a provvedere sull’adottabilità ritenendo che il minore non si trovasse in uno stato di abbandono morale e materiale, con conseguente emissione di un decreto definitivo con il quale il minore ha potuto fare rientro a casa ovvero è stato inserito in affido ad una famiglia con la possibilità di mantenere rapporti costanti con la propria famiglia di origine.

Author Profile

È Avvocato Collaborativo del Foro di Milano, componente del Comitato Scientifico della SOS Villaggi dei Bambini Onlus, membro attivo dell’Associazione Camera Minorile di Milano, socia dell’AIAF (Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i minori), socia dell’AIADC ( Associazione Italiana degli Avvocati di Diritto Collaborativo) nonché delle IACP ( International Academy of Collaborative Professionals), socia dell’Associazione ICALI (International Child Abducion Lawyers Italy) ed iscritta nell’elenco avvocati specializzati all’assistenza legale delle donne vittime di violenza (BURL – Serie ordinaria n.46 17.11.2016).