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“Prometto di esserti fedele sempre” secondo la formula matrimoniale. E nella realtà?

(A cura dell’Avv. Stefania Crespi)


Tante richieste di separazione sono collegate all’infedeltà di uno dei due coniugi.

Secondo la piattaforma internazionale “Incontri-ExtraConiugali.com” Lazio e Lombardia sono le regioni italiane dove sono più diffuse le relazioni extraconiugali. Al terzo posto si colloca la Campania (con l’87% degli uomini e l’84% delle donne), poi la Toscana, (85% degli uomini ed 84% delle donne) e l’Emilia-Romagna (82% degli uomini ed 83% delle donne); seguono Piemonte, Liguria, Veneto, Umbria, Sardegna e Sicilia (70% degli uomini e  65% delle donne).

Due sentenze della Corte Costituzionale, rispettivamente del 1968 e 1969 durante la rivoluzione studentesca per la libertà sessuale e l’uguaglianza tra uomo e donna, hanno abrogato in Italia il reato di adulterio (tradimento della donna nei confronti dell’uomo), nonché quello di concubinato (tradimento dell’uomo verso la donna) previsti dal codice penale.

Più precisamente con la sentenza n. 126 del 16.12.1968, la Corte Costituzionale dichiarava l’illegittimità del primo e del secondo comma dell’art. 559 c.p., in quanto violavano la parità fra uomo e donna prevista dalla Costituzione e, in particolare, dall’art. 29 che sancisce «l’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi».

Dopo tali abolizioni, il tradimento coniugale non costituisce più reato e qualora sia la causa unica o comunque principale della fine di un matrimonio, può essere considerato ai fini dell’addebito della separazione.

In passato la Cassazione, in caso di condotta fedifraga ripetuta e umiliante, ha ritenuto sussistente il reato di maltrattamenti in famiglia: la condotta deve, peraltro, essere caratterizzata da reiterati insulti e infedeltà ostentate, che causano sofferenze morali alla vittima. La Suprema Corte ha ritenuto integrato tale delitto, in caso di infedeltà, anche quando un coniuge costringe l’altro a ricevere nella casa familiare l’amante.

Va ricordato che se si minacciasse il proprio amante, sposato, di rivelare al suo coniuge il tradimento, a meno che paghi una somma di denaro, si commetterebbe il reato di estorsione; se, invece, l’amante molestasse ripetutamente, con  telefonate e messaggi, il coniuge tradito, causando paura o modifica delle proprie abitudini di vita, si integrerebbe il delitto di atti persecutori.

E nel mondo come viene considerato dalla legge il tradimento?

Nello Stato di New York l’adulterio è ancora reato, quando una persona ha “rapporti sessuali con un’altra persona nel momento in cui ha un coniuge vivente, o è l’altra persona ad averne uno”.

Va sottolineato come tale reato potrebbe essere abrogato grazie ad un disegno di legge, già approvato dall’Assemblea: si prevede che presto passerà al Senato, prima di giungere all’ufficio del governatore per la firma definitiva. Il deputato che ha presentato la proposta di cancellazione, ha affermato che avere un tale reato nel proprio ordinamento, è anacronistico. 

Dal 1907 sino ad oggi la legge americana, attualmente sottoposta a modifica, è stata applicata poco più di una decina di volte e l’ultima condanna risale al 2010.

In India l’adulterio non costituisce più reato dal 2018 e in Corea del Sud dal 2015, mentre in Arabia Saudita è un grave reato – punito con la pena di morte – che va provato con quattro testimoni, presenti all’atto sessuale. In Brunei nell’aprile 2019 è stata introdotta la pena capitale per l’adulterio.

In un messaggio trasmesso il 23 marzo 2024 dai media il leader supremo dei Talebani ha dichiarato: “Voi dite che è una violazione dei diritti delle donne quando le lapidiamo a morte. Ma presto applicheremo la punizione per adulterio Frusteremo le donne in pubblico e le lapideremo in pubblico». Secondo un rapporto delle Nazioni Unite del maggio 2023, 175 persone sono state condannate in base a queste misure brutali e 37 lapidate.


L’adulterio nel mondo è trattato molto diversamente: si passa da una causa di addebito della separazione, ad un reato punito con la pena capitale.

Pare assolutamente necessario giungere all’applicazione di principi democratici per evitare assurde esecuzioni.

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Avv. Stefania Crespi

Svolge la sua attività dal 1996 presso lo Studio Legale Ravaglia, dove ha maturato una consolidata esperienza e specifica competenza nel Diritto penale d’impresa, seguendo processi in tema di reati societari, finanziari, fallimentari, reati contro la pubblica amministrazione, responsabilità penale in ambito sanitario, nonché per violazioni del codice stradale.
Collabora da anni con lo Studio Legale Di Nella per i procedimenti penali concernenti i reati contro la famiglia.