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L’ammontare del contributo al mantenimento dei figli deve essere deciso sulla base di una comparazione concreta e attuale dei redditi dei genitori
(A cura dell’Avv. Cecilia Gaudenzi)
Il giudice chiamato a decidere in punto contributo al mantenimento dei figli, deve stabilire l’importo sulla base di un’adeguata ed attuale valutazione dei redditi e delle risorse economiche di entrambi i genitori, nonché delle concrete necessità dei minori, in modo da garantire una soluzione equa e rispettosa del principio di proporzionalità.
Questo il principio espresso dalla Suprema Corte di Cassazione nella recentissima Ordinanza n. 2941/2025 pubblicata il 6 febbraio 2025.
Il caso oggi in esame trae origine dalla sentenza di separazione emessa nel 2023 dal Tribunale di Modena che, recependo le condizioni già stabilite in sede di Ordinanza Presidenziale, disponeva l’assegnazione della casa familiare alla madre con collocazione dei minori presso la stessa nonchè l’onere in capo al padre di contribuire al mantenimento dei due figli tramite il versamento mensile di € 200,00 per ciascuno oltre il 60% delle spese straordinarie. La domanda di addebito formulata dal marito nei confronti della moglie, invece, veniva rigettata.
Non appena preso atto della decisione di primo grado, l’uomo proponeva appello avanti la Corte d’Appello di Bologna chiedendo la parziale riforma della decisione del Tribunale in punto addebito e collocazione dei minori.
Con sentenza emessa nel 2024, i giudici di secondo grado accoglievano la domanda di addebito formulata dal marito, confermando però nel resto l’impugnata sentenza.
In particolare, la Corte territoriale osservava che la scelta di collocare i minori presso la madre, e non invece di prevedere un collocamento alternato, era stata presa in considerazione della di loro età (12 e 9 anni) e in ragione della necessità di garantire ai minori una routine quotidiana stabile. In riferimento poi, all’assegno di mantenimento, il giudice aveva ritenuto equa la somma disposta dal giudice di primo grado, in considerazione dei redditi dei genitori e delle necessità dei figli sia per il contributo ordinario sia per il contributo straordinario.
Avverso tale pronuncia il padre proponeva ricorso per Cassazione lamentando, tra gli altri motivi che qui non vengono riportati in quanto ritenuti infondati, che nella quantificazione del contributo al mantenimento dei figli non era stato tenuto conto dei parametri normativi previsti e non era stato rispettato il principio di proporzionalità.
Letto il ricorso, la Cassazione lo riteneva fondato limitatamente però al solo motivo relativo alla quantificazione del mantenimento. Gli Ermellini infatti, ricordano che l’art. 337 ter, comma 4, c.c. prevede che “salvo accordi diversi liberamente sottoscritti dalle parti, ciascuno dei genitori provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito; il giudice stabilisce, ove necessario, la corresponsione di un assegno periodico al fine di realizzare il principio di proporzionalità, da determinare considerando: 1) le attuali esigenze del figlio; 2) il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori; 3) i tempi di permanenza presso ciascun genitore; 4) le risorse economiche di entrambi i genitori; 5) la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore.”
Per i genitori sposati, il dovere di contribuire al mantenimento del figlio è regolato dall’art. 143, comma 3, c.c. che sancisce il dovere di entrambi i coniugi di contribuire ai bisogni della famiglia, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alle capacità di lavoro professionale e casalingo.
Lo stesso criterio di proporzionalità deve essere seguito dal giudice quando è chiamato a determinare l’importo del contributo al mantenimento da porre a carico di uno di essi, dovendo considerare le risorse economiche di ciascuno, valutando anche i tempi di permanenza del figlio presso l’uno o l’altro genitore e la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascuno.
Nel caso di specie, sottolinea la Corte di Cassazione, la Corte di appello aveva ritenuto di confermare l’importo dell’assegno disposto dal Tribunale considerandolo congruo rispetto ai redditi delle parti e alle esigenze dei figli, tuttavia, alcun riferimento era stato fatto rispetto alle condizioni reddituali e patrimoniali del padre dei ragazzi considerate all’attualità, nè alcuna considerazione era stata svolta sulle reali capacità economiche della madre e nemmeno alcuna considerazione era stata fatta in riferimento agli oneri di spese locativa che gravavano sul padre.
Tenuto conto, pertanto, che non risultava ponderato alcun elemento concreto per verificare il rispetto del principio di proporzionalità, regolato dall’art. 337 ter, comma 4, c.c., sia nella determinazione del contributo periodico al mantenimento dei figli sia nella partecipazione, solo in termini percentuali, alle spese straordinarie ad essi relative e che alcuna comparazione tra le condizioni economico patrimoniali delle parti da cui poter comprendere l’applicazione del criterio di proporzionalità era stata fatta, la Suprema Corte ha accolto il secondo motivo e rinviato alla Corte di appello di Bologna, in diversa composizione.
Al centro del nostro lavoro c’è la persona. Studio Legale Di Nella è specializzato nel Diritto delle Famiglie, Diritto Internazionale della Famiglia, Diritto Collaborativo, Diritto della Persona, Diritto dei Minori, Diritto Penale Minorile, Sottrazioni internazionali dei Minori, Diritto delle Successioni e Donazioni e Diritto dell’Immigrazione.
Ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza a pieni voti presso l’Università degli Studi di Milano nel 2017, con tesi in diritto dell’informatica giuridica, analizzando l’istituto della “Responsabilità dei Portali Web e il fenomeno delle fake news”.
Interessata fin dall’inizio del suo percorso universitario alle materie di diritto della persona, dei minori e della famiglia, dall’aprile 2017 ha iniziato il percorso di pratica forense presso questo Studio, dove nel mese di gennaio 2021 è diventata Avvocato, del Foro di Milano.